Fondazione Architettura Alto Adige / Architekturstiftung Südtirol meets www.stahlbaupichler.com
Gianluca Peluffo . 5+1AA .
Architettura e genealogia linguaggio e corpo
Diritto e dovere al LINGUAGGIO
L’idea che perseguiamo di un’ “Architettura come corpo" è in palese e volontario contrasto con la metafora appartenente alla Modernità dell’Architettura come macchina, e contiene al suo interno l’essenzialità del linguaggio come strumento espressivo del “corpo parlante dell’architettura”.
Il Linguaggio in questo senso è la prerogativa, la “disposizione” ad abitare le cose e il mondo, e a trasformarlo, e fa in modo che quest’azione, questo contatto abbia un “senso”, un “significato”.
L’Architettura “significa”, e lo fa, come corpo parlante, attraverso il proprio linguaggio.
Riteniamo che in questo presente, in questa contemporaneità, l’idea di Architettura come corpo parlante (dialogante) si articoli secondo tre azioni-tematiche principali:
- l'Interazione (dialogo con contesto, storia, contemporaneità, forme d'arte o cultura) come oggetto del Linguaggio
- la Materia fisica, come strumento del Linguaggio nel rapporto con il mondo e le cose.
- il Mito, come elemento del Linguaggio di condivisione e connessione fra sentire individuale e sentire collettivo, fra ciò che è visibile e ciò che è invisibile (l’immaginabile, il potenziale, il nascosto, lo spirituale, l’anima, l’arcaico, il buio, l’infantile, l’”essenza invetriata”).
Il Linguaggio della contemporaneità affronta questi doveri e questi diritti: il diritto e il dovere all’Interazione; Il diritto e il dovere alla Materia; Il diritto e il dovere al Mito.
Il Linguaggio in Architettura utilizza le proprie regole, storiche, teoriche e pratiche, e le declina all’interno di questi diritti e doveri, dando un “senso” al costruire.
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